Era questo ciò che accadeva e si sentiva tutti i lungo i corridoi e nelle stanze dell’Oasi Mamma Bella.
Poi Improvvisamente più nulla!
Come un fulmine a ciel sereno in un solo giorno tutto è cambiato.
Silenzio!
Tutto tace.
Nei corridoi si intravedono solamente aquiloni che ondeggiano mossi dal vento che entra attraverso finestre che una mano triste spalanca ogni mattina. Avevano aiutato grandi e piccoli a conoscere il Salento e ora sono rimasti là in attesa. Dove sono i ragazzi? Dove sono andati i bambini che davano vita a questo enorme edificio alla periferia di un centro del basso Salento? Mancano immensamente! Tutti.
Chi lo avrebbe mai potuto immaginare all’inizio di questo 2020 che i progetti per festeggiare una data importante sarebbero stati schiacciati da un tale nemico? Addirittura da una pandemia! Ci sembra di vivere un brutto sogno, oppure possiamo considerarci attori di un film catastrofico ma ahinoi è la realtà!
L’Oasi Mamma Bella è un centro educativo delle suore calasanziane che quest’anno si stava preparando a celebrare un onorevole traguardo: i suoi primi 70 anni di vita. È vero!
Ne sono passati proprio 70 di anni da quel lontano giorno di fine maggio del 1950 quando, da quanto appunto si legge nelle cronache del tempo, alla presenza di autorità e cittadini si dette, l’avvio alla realizzazione di questa struttura. Erano tempi incerti e problematici. Si usciva dalla grande emergenza bellica del secondo dopoguerra e c’era la voglia di ripartire unita alla necessità di risanare le ferite umane che un duro periodo aveva provocato sulla popolazione.
A Campi Salentina, a tutto ciò, si era unito un grave lutto: la perdita di tre giovani vite aveva gettato nello sconforto e nel dolore più straziante, che la mente umana possa immaginare, una famiglia. Ma come spesso accade dalla morte nasce la vita!
E fu proprio così, dal dolore di un padre e di una madre nacque questo centro con lo scopo di accogliere ragazzi e ragazze provate nell’animo dell’abbandono e della povertà. Da quei lontani anni 50 l’Oasi è cresciuta ininterrottamente; ha visto passare migliaia di bambini, di ragazzi,
di giovani che tra le sue mura hanno trovato ristoro e conforto.
Oggi ha all’attivo diversi servizi educativi e vi opera un gruppo di educatori religiosi e laici che ha fatto suo un progetto di vita: credere nell’impossibile senza pretenderlo! Proprio come era solita ripetere la beata Celestina Donati fondatrice dell’ordine religioso al quale l’Oasi appartiene.
L’Oasi Mamma Bella vuole ricominciare. Non vede l’ora che tutto torni come prima. Nei giorni dell’emergenza ha dato calore e affetto solamente ai bambini ospiti della comunità educativa offrendo loro tutto ciò di cui potevano avere bisogno e facendo il massimo affinchè nessuno sentisse la
lontananza dalla famiglia di origine. Chissà è forse un segno del destino?
Il suo compito è quello di risanare ferite e anche oggi, ancora una volta, deve rimboccarsi le maniche. Oggi dovrà risanare quelle cicatrici che l’emergenza sanitaria e sociale ha lasciato in tutti quei ragazzi che, vittime spesso di disagio sociale, accompagnava durante la giornata con l’ascolto, la comprensione, la cura, l’attenzione.
Dovrà risanare la nostalgia della lontananza vissuta dai piccoli che ogni mattina non vedevano l’ora di venire a scuola. Dovrà risanare la perdita delle relazioni educative che la didattica a distanza ha certamente provocato. E poi dovrà recuperare tutti gli sguardi, tutti gli abbracci, tutti i sorrisi persi.
L’Oasi è in trepidante attesa, i suoi educatori sono operosi con progetti e idee affinchè la ripartenza garantisca la massima tutela per tutti e attendono con speranza e certezza che tutto tornerà ad essere ciò
che era prima. Anzi no, più bello di prima! E tutti insieme torneremo a ridere, a cantare, a rincorrerci in allegria!
Albarita Palmieri